CONTATTI

093357781
Scala Santa Maria del Monte,8 - Caltagirone
Mercoledì | CHIUSO
Prenota un tavolo +39093357781
Back to top
Patrimonio dell'UNESCO

Dove ci troviamo

Scalinata di Santa Maria del Monte

Era stata originariamente costruita a sbalzi che ne interrompevano la pendenza da maestranze gigantesche coordinate dal capomastro regio Giuseppe Giacalone. Nel 1844 vennero unificate le varie rampe, su progetto dell’architetto Salvatore Marino. Nacquero così i centoquarantadue gradini della scalinata di Santa Maria del Monte, che dal 1954 è interamente decorata, nelle alzate dei gradini, con mattonelle di ceramica policroma prodotte dalla Maioliche Artigianali Caltagironesi. In ogni alzata di gradino è stato applicato un rivestimento di maiolica policroma, dello stesso tipo di quella che, nei secoli, ha reso famosa la città.

Le maioliche sono decorate con motivi isolani che vanno dal X al XX secolo, raccolti e adattati – si legge a piè di scala – da Antonino Ragona. L’effetto è mirabile e il colpo d’occhio davvero spettacolare.

La scala dei centoquarantadue gradini viene annualmente illuminata il 24 ed il 25 luglio (per la festa di San Giacomo, patrono della città), da migliaia di lumini a fiammella viva. Poiché in questa occasione viene interrotta ogni forma di illuminazione elettrica, il risultato visivo che ne deriva è una sorta di colata lavica, un fiume di fuoco che nella sua palpitante luminosità disegna eleganti figure decorative, frutto dell’abilità di un capomastro, agli ordini del quale lavorano diverse decine d’addetti alla sistemazione delle lucerne. A formare il singolare arazzo di fuoco è un insieme di quattromila lanternine dette “lumere”.

L’illuminazione della scala ha storia antica. Il primo ad aver pensato, verso la fine del 1700, ad un disegno luminoso, fu l’architetto Bonaiuto. Ma si deve ad un frate, Benedetto Papale, la fantasmagorica scenografia della scala illuminata. Per quarant’anni il monaco disegnò motivi ornamentali, soprattutto floreali, di grand’effetto. La sistemazione a disegno prestabilito della luminaria presuppone un mese di preparazione. Gli addetti se ne tramandano l’arte di padre in figlio.

Il momento della collocazione delle quattromila lucerne (“coppi”) è assai curioso. Vi si assiste nel più rigoroso silenzio. È il capomastro a dirigere la “chiamata” del disegno, che consiste nel deporre lentamente i “coppi” al loro giusto posto. Emozionante è il momento dall’accensione: un gran numero di uomini, molti dei quali ragazzi, appostati lungo la scalinata, attendono il segnale convenuto (è fissato alle 21:30) per accendere gli stoppini con steli di piante secche, chiamati “busi”. Le “lumere” s’accendono all’improvviso, una dopo l’altra, dando vita ad un impressionante serpente di fuoco. L’arazzo ha vita per un paio d’ore, nel corso delle quali una marea di spettatori vi s’assiepa festosamente ai piedi. In primavera (maggio-giugno), la scala viene rivestita di fiori: migliaia di piantine in vasetto vengono sistemate sui gradini.

Un’opera simile è stata costruita a Rio de Janeiro agli inizi degli anni novanta dal pittore e ceramista cileno Jorge Selarón ed è la Scalinata Selarón.